La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SETTIMO 215
tendevano i suoi messi, specie di delegati, che una fiata nell'anno visitavano la provincia loro assegnata per provvedere alle cose d'urgenza e riferire sulle altre. Fece molti altri statuti, i quali si leggono ne' suoi capitolari, e nel rimanente permise che ognuno vivesse secondo le leggi a a lui più care, romane, longobarde, galliche
0 teutoniche, sì veramente, che la scelta fatta, una volta non si potesse senza solennità rivoca-re, e che l'attore seguitasse il fòro del reo. Finalmente per corroborare questi ordini e dar più risalto alla dignità imperiale, domandò a tutti
1 suoi popoli un giuramento più solenne di quello che dato gli avevano, quando non era ancor coronato. (802) Il formolario, che quaranta milioni d'uomini giurarono a un tempo, conteneva queste parole: Io prometto sull'anima mia di essere a Carlo imperadore fedele, come ogni uomo deve essere per legge al suo Signore.
Carlo Magno visse x4 anni imperadore, nel quale intervallo perdè due figliuoli, il re Pipino e Carlo; assunse il terzo all'imperio poco innanzi al morire, e lasciogli tutti i suoi stati in somma pace, dandogli molti e importanti avvertimenti per ben governarli. Ma Lodovico aveva il difetto iù d'ogni altro pernizioso a'sovrani, un animo ebole. Trascurò pertanto gli ammaestramenti del padre, e in breve tempo corruppe o lasciò corrompere il sistema da quello ordinato con tant'arte. Perciocché i feudatari non assistettero, se non quando metteva lor bene, al Placito di tutto l'Imperio : sdegnarono l'autorità de1 messi imperiali, e ciò che fu peggio ancora, investirono a'minoriby
| |
Carlo Magno Pipino Carlo Lodovico Placito Imperio
|