La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO OTTAVO
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città della Mecca lontana dugentosessentatrè miglia, vi fu meglio accolto, acquistovvi seguaci, e ricevutone il giuramento all'ombra d'un palmizio, mosse in gran forze contro la propria patria e la natia tribù. La vittoria cb'ei n'ebbe, mancandogli altre prove di poter sovrumano, era sempre allegata da lui come fatto miracoloso. Entrò nella casa celeste e distrussevi gl'idoli, lasciandovi nondimeno intatta e in venerazione la Pietra Nera. Vinta la Mecca, conquistò e persuase con meno fatica quasi tutta l'Arabia, penisola quattro volte maggiore della Germania. Perduta Cadigià la ricca vedova, tolse ventidue donne libere, nè dalle schiave s'astenne nè dalle congiunte. Il suo veementissimo amore per Fatima, le lodi ch'ei dava al dolce suo alito, non furono dicevoli a un padre. Encomiatore della misericordia, fece svenare Ebrei e idolatri campati da morte in battaglia. Eppure quel vivere dissoluto e quel genio crudele non disingannarono i suoi devoti; visse sessantatrè anni, nove regnò; morì generale, sovrano, giudice e legislatore d'indomabile setta.
Islam dicono gli Arabi ciò che noi religione; e però la setta di Maometto si chiamò Islamismo, i suoi fidi seguaci Moslim o Mossulmani, il libro della sua legge Alcorano, cioè la lezione per eccellenza. Non venne questo alla luce tutto in un corpo, ma le Sure, vale a dire i titoli suoi caddero l'un dopo l'altro dal cielo, o più veramente furono da Maometto dettati per lo spazio di ven-
mettoMedina
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