La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
222 LIBRO SECONDOtitrè anni in nnmero di centoquattordici, secondo gli suggeriva il corso delle sue vicende, o l'impeto delle sue passioni. Non contengono essi, come ha il Vangelo, la vita del legislatore, ma formano una sconnessa raccolta di cristiane dottrine, di ebraiche osservanze e di sensualità pagane. Gli Àrabi esaltano la scelta delle parole e l'armonia dello stile, il che non possiamo conoscere in traduzione; vi scorgiamo bensì un'arte continua di appaiare proposizioni innegabili con asserzioni mendaci. Ora il profeta parla in proprio nome, ora in quello dell'arcangelo Gabriele, ora s'attenta a far parlare Dio stesso. Dal cristianesimo attinge i grandi attributi della divinità, le molte limosine, le frequenti preghiere, il lungo digiuno e il dogma di una vita avvenire contenuto ne'quattro Novissimi; dal paganesimo, la schiavitù delle donne, il divorzio, la poligamia, i piaceri voluttuosi eziandio nell'altro mondo e l'immutabile fato; dal giudaismo finalmente le abluzioni legali, il divieto delle carni immonde, la proibizione d'immagini scolte o dipinte nelle moschee, l'odio e lo sterminio dell'altre sètte e de'loro aderenti, infine quel rito che non è scritto, ma per consuetudine osservato in Arabia fino da'tempi di Abramo, la circoncisione. Di proprio vi ha ancora l'ignorante disprezzo della Trinità, il pellegrinaggio alla Mecca, l'astinenza del vino e sopratutto la sommessione religiosa e civile al profeta, il quale legolla, morendo, a'suoi califi, nome che in arabo vale vicari e successori. (0
(I) Vedi la nota a.
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