La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
234 LIBRO TERZOle Rotar! settimo re de'Longobardi avidissimo di preda, avverso oltreciò a cattolici che avevano in Liguria asilo, ragunò l'anno 641 un esercito composto in gran parte di ariani, varcò di forza l'Appennino, e quanto al mare si stende dalla Toscana al confine de'Franchi, corse, devastò, mise a sacco qual uomo risoluto a non serbarsene il dominio. Paolo Diacono e Fredegario nominano espressamente, come le più danneggiate e le più ragguardevoli, Genova, Luni, Albenga, Savona, e l'oggi sì piccolo Varigotti che aveva in que'tempi un comodo e bel porto. Altre particolarità non aggiungono, essendo stranieri e parchi annalisti, ma fu probabilmente allora che Veleia, Libarna e il caste! de'Viturii, popolazioni quasi a scala frapposte tra Piacenza e Genova, volendo generosamente difendere il passo dell'Appennino, rimasero non solamente distrutte, ma dimenticate e senza nome; mentre gli abitanti di Luni, vòlte le spalle al disolato lor golfo, si ricoverarono di là dalla Magra presso alla sua bocca, e vi fondarono con l'avanzo de'lor beni una nuova città sotto il nome antico (*).
Gli arcivescovi di Milano continuavano dopo sant'Onorato a risedere in Genova; e Austeri© occupava al tempo di Rotari quella gran dignità. Ma non troviamo memorie del come i Longobardi trattassero un esule volontario che detestava le massime loro fi)', sappiam solamente che morì poco appresso nella casa di sant'Ambrogio
(I) V. Annot. I.
(?) Vedi la nota a.
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