La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO PRIMO 237
leggi dimentiche, e la maggior parte degli abitanti, non trovando più sicurezza sulle amene rive del mare, si trasferirono ne'luoghi più aspri e più atti a difésa. Di questa ritirata de'Liguri alla montagna rimangono infino ad ora i segni. Sdrucite castella ingombrano i gioghi soprastanti al littorale, e i passi angusti che menano a quelle. Altrove le terre marine hanno negli stessi loro traffici e nelle coltivazioni un non so che di origine recente; e dove più s'interna la valle o sale il monte, là comincia il borgo già ricco di privilegi, ma povero oggigiorno d'industria e dì popolazione. Inoltre l'ecclesiastica gerarchia attribuisce alle pievi montane una costante giurisdizione sulle parocchie marittime, eh'è indizio certo di anteriorità. Finalmente la volgar tradizione s'accorda con le vecchie leggende a raccontare, che nelle parti più scoscese e remote si seppellivano i corpi de'cari parenti, e occulta-vansi le inargentate reliquie de'santi, lungi dal disprezzo e dall'avidità degl'infedeli. Nell'anno 877 il corpo di san Romolo fu portato dalla villa Matusiana a Genova; e in Genova stessa le ceneri di san Siro, predecessore di Romolo, si trasferirono dalla basilica de'XII Apostoli in quella di san Lorenzo, come in parte meno esposta a'corsari. La popolazione eziandio ammucchiossi negl'interni quartieri della città sotto il riparo dell'antico castello; onde le strade al mar più vicine rimasero vuote di abitatori, e diventarono col tempo piccoli campi, vigne, canneti, fossati^ nomi che, rifatte di poi e ripopolate, conservano ancora. Tra Fasce eCornua, due monti a levante,
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