La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SECONDO 265
gnavano all' episcopio , e un gentiluomo della famiglia de'Borgari per immemorabile consuetudine guidavagli il palafreno.
<95o) Nella sua residenza tenevano i primi consoli le loro adunanze; nella canonica del duomo convocavano il consiglio de' Savi; nella chiesa stessa o sulla piazzail parlamento. Yedemmo giurata da essi l'utilità del vescovato, come giuravano quella del comune; e i pubblici archivi contenevano più lettere indirizzate a'consoli e al vescovo congiuntamente, più convenzioni sottoscritte insieme (1).
Al vescovo appartenevano le decime del grano e del sale consumati in città, e molti censi, livelli, canoni e omaggi nelle due valli della Pol-cévera e del Bisagno; oltre ch'egli era signore del Castel di Geriana, e dell' amenissima villa Matusia» na, oggi San Remo. Ma non fu sempre cosi. Le instanze de'poveri, i bisogni della città, l'avvilimento della moneta espressa ne' censi, e alcuni contratti inavveduti ridussero la mensa vescovile a un picciol valore. E alla sola riverenza del grado e delle virtù si ristrinse l'antica autorità nelle cose di stato. Venne anzi statuito dopo il duodecimo secolo, che bastasse esser chierico, non che vescovo o prete, per essere escluso dal reggimento politico e da'magistrati. Il che fu senza dubbio un male, ma un male necessario, attesi i cangiamenti introdotti nell'elezioni de'vescovi (2), e l'in*
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(1) Le prime convenzioni con le città di Savona, Noli, Al-benga e Ventimiglia. — Vedi la nota g.
(2) Annot. IV.
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Borgari Savi Pol-cévera Bisagno Castel Geriana Matusia San Remo Savona Noli Al-benga Ventimiglia Annot Vedi
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