La storia della antica Liguria di Girolamo Serra

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      CAPO TERZO 27 5
      wcari amici; nč vita, nč morte, nč ben, nč male >5 mi č tanto, quanto il sangue invendicato di chi w veste la croce ». E cosi dicendo, dič dentro a coloro che assalivano il campo, e quelli respinti, corse a capo di un ponte per dove stava rientrando nella cittą l'altra gente infedele, carica di salmerie e di prigioni. Qui crebbe in tanto impeto e forza, che se i contemporanei non esagerarono, spaccava d' un sol colpo i nemici per mezzo. Duemila Turchi perirono in tale incontro; molta preda fu ricuperata, e molti che si credevano estinti, tornarono dai luoghi ove si eran nascosti, a salvamento. L'armata scaricņ allora a bel agio il forte delle provvisioni e delle macchine belliche con buon numero di pellegrini E certo puņ dirsi a quell' ora ciņ che al seguente assedio confessa un antico storico niente adulatore de'Genovesi, che molte cose, le quali avanti la loro venuta appena o non mai si potevano mandare ad effetto, diventarono poi, la coloro mercč, agevoli e piane: Di fatti l'esercito potč durar nell'assedio con pił ristoro di vettovaglie; il conte di Tolosa, che mancava di materiali e di operai, fortificņ il pič del ponte ove Goffredo avea combattuto; e Tancredi piantņ una bastia in certo poggio noiosissimo agli assediati, ov'era un vecchio monastero. D'allora innanzi e'non fecero sortite, nč ricevettero munizioni di fuori. E gią Baghisian cominciava a trattare o fingere accordi, quando un rinegato il prevenne, e convenutosi col principe Boemondo aperse ai crociati una porta. (3 di giugno) Antiochia fu presa, l'emir ucciso; ina parte della guarnigioneby


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La storia della antica Liguria e Genova
Tomo Primo
di Girolamo Serra
Tipografia Elvetica
1835 pagine 479

   

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