La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO TERZO 307 _altre lampade al di fuori. La santa basilica era stivata di crociati d'ogni nazione, impazienti di assistere a tanto spettacolo. Nessuno dal di antecedente aveva gustato cibo nè bevanda. A tre ore di giorno il patriarca Daiberto fe'cenno ai canonici dal pio Goffredo fondati, d'incominciare l'uffizio diurno. Parte essendo di un rito e parte di un altro, i Latini cantarono nella lor lingua le lezioni del sabato santo, e ripeteronle i Greci l'una dopo l'altra nell'armoniosa loro favella. Recitata in tal guisa gran parte del salmeggia-mento, uno de'Greci si mise a intonare secondo rantico costume, Kirìe eleison, Signore abbiate pietà; e tutti a ripetere la stessa intonazione. Lo storico di questa solennità con tutti coloro che non avevano mai udito simil cosa, credendola annunzio del compiuto miracolo, si alzarono frettolosi da terra per accertarsene co' propri occhi; ma nulla scorgendo di nuovo, ripigliarono alquanto confusi l'umile loro positura. Tre volte con voce gradatamente più acuta s'intonò Kirie eleison, e poi.... un silenzio profondo. La consueta ora di xiona, eh'è il nostro mezzodì, passava, e del miracolo niente. Allora il capitolo terminò l'uffizio; il clero minore cantò le lezioni e i tratti diurni; tre altre fiale i sacerdoti accompagnati dal popolo gridarono Kirie eleison ; e tutto invano! Corse al pensiero del patriarca, che il lume di Cristo (così chiamano quell'accensione prodigiosa), potrebbe già essere acceso nella cappella del sepolcro, benché invisibile per mala ventura al di fuori. Ei piglia dunque le chiavi, conciossiachè la cappella quasi picciola casa dea-
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