La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO TERZO 313 _dolci proposte; ma noi sofferse l'emir giurando sopra la Sua barba, che non renderebbe a verun patto la terra. Non vedea l'ora di provar la sua spada con le spade de' Genovesi, e confidava in Maometto di farli arretrar con vergogna. Ognuna delle parti s'apprestò al cimento. 11 patriarca Dai-berto, che più del legato e del re comandava all'assedio, escogitò una maniera di abbreviarlo, la quale riuscirebbe di rado; fece a parlamento chiamare tutto l'esercito,e dalla Sua cattedra disse: « Che le invenzioni degli uomini non conve-wnivano a questa santa impresa: intermettessero » i consueti lavori e ubbidissero alla voce d'un n ministro celeste. 11 di vegnente sacro alla pas-» sione, dovevano confessare le loro peccata, co->9 municarsi, e quindi con santa fiducia montar 99 su all' assalto. Non confidassero nel proprio va-99 lore, nutrissero una fede viva: a questi patti 99 egli profetizzava il loro trionfo ». Embriaco allora gridò alla sua gente:
(iioi)«0 cittadini, avete inteso le parole del patriarca? Dimane ognuno sia pronto con l'arme e coi banchi delle galee; io precederò. Chi non è indegno di essere cristiano e Genovese, mi segua!...» Sorse un grido universale, si faccia! e allo spuntar del venerdì già i banchi l'un sull'altro ammontati toccano il muro; già il segno dell'assalto è data Ecco Embriaco coperto di lorica, e armato di lancia e spada monta il primo su i banchi: ipiù valorosi lo accompagnano. I Maomettani dopo una scarica di dardi e sassi si ritraggono addietro; ma il gran tavolato scommesso e rotto dal peso soverchio degli assalitori, precipitaby
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