La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
314 LIBRO TERZOquesti nel fosso. Il solo Embriaco s' afferra al merlo di un torrione, e così penzolante raccomandasi a Dio, che in tanto pericolo noi voglia abbandonare. Un Turco rimaso a guardia del tor-ricciuolo si slancia sul consolo, s'avviticchia e lotta seco, finché trovandosi inferiore di forze, gli domanda la vita. Àjutato dal suo prigione il vincitore sta già sopra il muro; e alto levando la spada, grida a coloro che rifatta la scala cominciavano a salire, di seguitarlo. Chi accelera a tai voci i passi, chi per fretta maggiore s'arrampica a un'antenna. Saltano alla fine nel primo fosso fra i morti e i moribondi; varcano anche il secondo, rimontano sopra il muro interno sospendendosi a un'altissima palma che ombreggiava quel luogo; calano giù, e quanti stanno in sull'arme tutti gli uccidono, salvo i due capi, cui incatenati riservano al riscatto. Le donne, i fanciulli e chiunque temeva la morte, si ridussero sopra un poggio della città ov'era prima un tempio di Augusto, poscia una chiesa e allora una moschea. 11 patriarca commosso dai loro gemiti, intercede loro la vita. 11 legato del papa s'occupò a ribenedir le moschee, l'una dedicando a san Pietro, l'altra a san Lorenzo titolare del duomo di Genova. Si divise in tre parti il bottino, le munizioni da guerra e da bocca in una, in altra il prezzo delle medesime a danaro contante, e nella terza un catino lucido e verde come smeraldo, •che si custodiva ab antico nel tempio, e erede-vasi da Erodiade adoprato il giorno che fece dicollare il Batista (1). Àrbitri i Genovesi della di-
(I) Altri il dicevano adoperato nelle nozze di Canaan; e altri all'ultima Cena.
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