La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO TERZO 315
stribuzione, dettero al reBalduinole munizioni, a1 suoi soldati il danaro (I). e si ritennero il prezioso catino che ancora conservano fra i monumenti dell'antiche vittorie (2l.
Poiché il consolo ebbe ridotto all'ubbidienza del re le città promessegli, lasciò la Palestina; ove fra gli altri titoli d'onore avea riportato, come i guerrieri d'allora solevano, il sopranome di Capo di Maglio, a dinotare, ch'egli era da tanto per espugnarle fortezze, quanto quel grosso strumento di ferro per diroccarne le mura.
(i io4) La repubblica mandò altre armate in Sorìa: otto ne contan gli annali in tredici anni. Una espugnò Gabula o Gibello, Biblio o Gibille-to, Antarado o Tortosa. Un'altra di ottanta galee venne sotto Acri o Tolemaida, la città più ricca e il porto più comodo della Fenicia. Acri come Arsur era stata indarno assediata senza i Genovesi; onde al domandare che fecero, oltre le cose colà ottenute, una giurisdizione assoluta nel proprio quartiere, e una terza parte de'dazii nel porto, non fu chi si opponesse; e con quale diritto si sarebbe negato? I Maomettani non fecero la consueta resistenza; sicché al riferire degli scrittori più degni di fede (3) fu lor conceduto di an-
(1) Vedi la nota x.
(2) Nel riferire quest'oppugnazione l'arcivescovo di Tiro, lib. X, 16, non accusa di crudeltà i Genovesi, come fa qualche moderno. Ma piuttosto si beffa per avere anteposto al danaro un vasello di nessuna utilità, credendolo di smeraldo. Scherzo ingannevole ! L'oro trascorre più che la vita dell' uomo; ma la memoria de' monumenti d'onore sopravive alla stessa lor distruzione. V. Annot. IV.
<3) V. le relazioni dell'arcivescovo di Tiro e del cardinale di Vitry,
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