La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
342 LIBRO TERZOta la spada con una forza da lione, dicon gli annali, ne assale e ne atterra un centinajo. Fuggono nuovamente i nemici e rientrano nella città, lasciando in giro alla darsena cinquemila uccisi, oltre molti annegati nel fiume e in mare. Il debole presidio della moschea, veduta la fuga de'suoi, si diede per vinto. Cominciò allora a soffiare un forte garbino che è traversia di quel golfo. Per la qual cosa i consoli ridussero parte de' loro navili nella cala, e parte ne tirarono in terra sulla piaggia stessa d'Almeria, rendendo solennissimegrazie alDator d'ogni bene non pure della conceduta vittoria, ma della ritardata tempesta. Se cólti gli avesse il garbino nel mezzo de' lor movimenti, nello scendere al lido o nel ritirarsi, chi sa quanti navili infranti, quanti uomini abbandonati, e a qual ripentaglio tutta l'impresa !
( 1147) Sentimenti più devoti che gli altri ceti ha la gente di mare, perchè incontra più pericoli e più sventure. Ma la divozion non le toglie attività, nè ardire. Prontamente adunque i Genovesi secondati da' Catalani piantarono gli alloggiamenti al lidoj racconciarono le macchine belliche, e le collocarono contro il lato orientale della città. Gli assediati fecero tre altre sortite per distruggerle, e tre volte dovettero ritirarsene con vergogna. Provarono ancora a darvi fuoco, lanciando a un tempo medesimo da otto torri accesi bitumi; ma i marinari assuefatti a scansar quel flagello sopra un elemento più pericoloso, si facevano un giuoco di spegnerlo. Le macchine loro all'opposto non colpivano indarno; due torri smantellate siby
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