La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SESTO 355
va, ciò clie i suoi antenati avevano col valor dell'arme acquistato, menomare con atti di vassallaggio verso un suo pari.
(i i54) Queste contrarietà, incitamenti di un animo altero, affrettarono Federico Barbarossa a entrare in Italia. 11 primo suo atto fu convocare un generale parlamento in Roncaglia, pianura bellissima del Piacentino. Quivi convennero i feudatari, i vescovi e i consoli di tutto il regno d'Italia. Quivi comparvero alcuni baroni della ruglia indispettiti contro il re di Sicilia. Ricorsero pure i consoli Lodigiani, sconoscenti del nuovo canale ebe ina Alava i loro sabbioni; e accusarono il comundi Milano di averli costretti a giurargli ubbidienza in detrimento dell'autorità imperiale. Nel medesimo tempo i Genovesi deputarono a Federigo due am-basciadori, chiarissimi sì, ma non decorati della dignità consolare, lo storico Caffaro stato consolo, d'arcidiacono Ugo della Volta,che diventò poi arcivescovo. Gli ambasciadori vennero introdotti nella tenda dell'imperadore, attorniato alla destra da' baroni italiani e tedeschi, e alla sinistra da' consoli delle città di Lombardia, Toscana e Romagna. Dissero come la Repubblica loro si rallegrava della venuta sua in Italia; gli offeriva, occorrendogli il passaggio d'oltre mare, le proprie armate, e pregavalo instantemente a gradire alcuni piccioli doni portati dalle terre lontane die i naviganti di lei avevano visitate co' traffici, od occupate coli'armi. In così dire aprirono essi stessi una cassa di serici drappi trovati dianzi a Lisbona e in Almeria di Spagna, lavori per materia e per arte incogniti ancora in Germania.
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