La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
358 LIBRO TERZOtissimo sopra la navigazion genovese. Il tempo di questo fu la primavera dell'anno ii42* il luogo la città d'Anavarza in Sicilia^ gli ambasciadori Oberto della Torre e Guglielmo Barca. Appena sottoscritto l'accordo, una disgrazia impensata alla caccia fermò la carriera d un principe che aveva riportati i limiti dell'imperio orientale di là dal Danubio e dall'Eufrate. Manuele gli succedette, e valse nell'artificio,^quanto in grandezza d'animo il padre. Corrado II e Lodovico VII imputarono non senza qualche ragione a'suoi occulti maneggi le loro sventure in Asia. Il vescovo di Langres aveva proposto l'avviso d'impadronirsi in passando della città imperiale; e questa perfìdia, non approvata, ma non punita, scusa in parte Manuele. I sospetti del quale si ridestarono, quando Federigo Barbarossa fu eletto all'Imperio. Conosciutolo appieno nella crociata del zio, ei ben prevedeva che avrebbe presto o tardi voluto farne vendetta. Portava inoltre un odio capitale a colui, che solo fra tutti i principi della cristianità, non romano, non greco, affettava la dignità de'Cesari antichi. E acceso di una ambizione pari alla sua, avrebbe bramato sulle rovine dell'emulo sollevare alla perduta maestà il trono del gran Costantino.
L'ambasciator bisantino, Demetrio era il suo nome, metropòlita la sua dignità, dissimulò quei disegni ambiziosi, ma disse, che la pietà degli Italiani minacciati da un barbaro, e la certezza che ogni commercio sarebbe distrutto, se fosse vincitore chi solo fidava nell'arme, inducevano il suo imperadore a far causa comune co' popoliby
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