La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SESTO 361
tolse Lodi a'Milanesi, espugnò Vercelli città loro amica, smantellò Chieri, mise Asti in fiamme e atterrò Tortona. Dopo cotali imprese andò per incoronarsi a Roma, ove seguirono tra Romani e Tedeschi le risse solite in ogni coronazione. Non potendo far altro, perchè la calda stagione aveva sfinito il suo esercito, tornò in Germania. A Genova si fecero le feste grandissime della sua dipartenza. Furono anzi non pochi, i quali mostrando con che facilità l'imperadore potea venir sopra Genova, e non avea voluto, attribuirono alfa relazione degli ambasciadori privata passione o cieco zelo; sicché proposero ai sospendere i lavori incominciati a difesa della città. E l'incauta sentenza fu approvata. Due anni passò Barbarossa oltre monti. (n58) I Tedeschi non solo, ma i Polacchi v1) ancora furon costretti a dargli soldati e danari per tormentar gl'Italiani. Un esercito più numeroso e più formidabile del primo il seguitò nuovamente nell'invidiata penisola, e minacciò di ferro e fuoco Milano. Avevano i MU lanesi commesso il generoso delitto di ajutare a rifarsi le città da lui smantellate. Pure quando più si temevano rovine, un conte di Biandrate accetto alle due parti per soavità di maniere, non dubitò interporsi fra lo sdegno del principe e il valor disperato de'cittadini. Ognuno l'udì volentieri. Egli propose che 1' esercito Cesareo s'allontanasse, i Milanesi conservassero le loro antiche consuetudini e franchigie, i loro consoli e consi* gli; ma rinunziassero a qualunque pretensione
(I) Dugloss., hist. PoIod., p. 494.
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