La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SESTO 363
modo cedute al fisco imperiale, fruttarono nel primo anno dugenquarantamila oncie d'oro. I professori di giurisprudenza n'ebbero in premio un rescritto che gli esentava da'tribunali ordinari in Bologna; e il. gran cancelliere ottenne la dignità di arcivescovo Magontino. Il nuovo prelato n'andò a Genova. Dove amplificate le cose ch'erano seguite in Roncaglia, rimostrò gravemente, come la Liguria tutta fe' parte un giorno della romana potenza; mandassero adunque i loro rappresentanti a venerare l'attuai capo di quella, prestassero quanto per le leggi romane gli si doveva, o temessero altrimenti la giustissima sua indegnazione.
Mentre l'arcivescovo gran cancelliere esponeva commissioni sì fatte, l'imperadore mosse il suo campo al Bosco. Un culto Tedesco lo accompagnava, scriveva in versi le sue imprese, e ove l' occasione il richiedea, con rara sincerità lodava anco i nimici. Fu probabilmente nel campo del Bosco, luogo di mezzo fra la Liguria e la Lombardia, eh' egli descrisse il genio e costume dei Liguri, comprendendo in tale appellazione non solo i marittimi, ma pure i circumpadani. Questo ritratto è in molte parti un elògio. I .Liguri (l) sono una gente sagace, accorta, industriosa, perita nelle leggi, forte d'animo come di corpo, sobria nel vitto, parca nelle spese, idolatra della libertà, per la quale ella non teme i danni più
Eravi nè la morte più atooce. Usano commetterei somma delle cose a più consoli, mutabili ogni
(1) Gunther. in Ligurioo, lib. II, 13.
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