La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
566 LIBRO TERZOsue rendite a* poveri, impegnò un bacile, una coppa d'argento e fino i suoi arredi Ci). Si diè subito mano. Gli abitatori delle valli vicine, le compagnie del castello, dèlia città e del borgo sottentravano con maraviglioso ordine al lavoro, divisi in più schiere per non interromperlo un momento. 11 sesso e l'età più delicata col cercine in capo portavano al luogo prefisso i materiali, e porgevanli a'lavoratori» Fiaccole e accesi bitumi supplivan la notte al chiaror del giorno. Soprastavano alternamente i consoli Corso di Serra, Boe-xuondo di Odone, Guglielmo de' Marini e Opizio Sardena con una fermezza così amorevole e insieme così efficace, che manifesto vi apparve, al dir degli Annali, il dito di Dio. Nello spazio di cinquantatrè giorni fu terminato quel cerchio di fortificazioni, delle quali si era fatto soltanto la
rinta parte negli anni antecedenti. Quantunque borgo di Prè e il promontorio di Calignano non vi fossero inchiusi, tutto il cerchio girò cinquemila settecento venti piedi, e fu coronato da mille settanta merli, spezie di grossi gigli in calcina, fondati sopra lo spigolo delle muraglie, per trarre le macchine negl'intervalli, e porsi al coperto dopo aver tratto. Fu opera secondo quei tempi fortissima. Due torri alle porte di Vacca, altretante e una lunga cortina nell'opposto rione, attestano anch'oggi la maravigliosa solidità del lavoro. A quella vista lo storico Caffaro già presso al termine de'suoi annali e della sua vita, esclamò con giovanile baldanza, che sfidarsi po-
li) Libcr. Joh. Scribae ab. anno 1154 ad 1166 in actisNot.
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