La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
370 LIBRO TERZOre il Mediterraneo. Nondimeno si dibattè la quistione per molte riprese. In fine il senato propose, e il parlamento approvò di promettere lega, fedeltà e partecipazione nell'impresa della Sicilia. Le promesse di Federigo non si crede-rebbono, se l'atto stesso che lo conteneva, non fosse a noi pervenuto. Confermò dapprima, secondo le formole usate dagl' imperaaori e dai re d'Italia, gli stati posseduti da'Genovesi, e gli acquisti avvenire. Donò poi loro quasi tutta la valle di Noto, la città di Siracusa, una strada, una chiesa, un bagno in tutte l'altre terre della Sicilia, la metà della preda in tempo di guerra, la quarta parte delle dogane in pace. Consenti l'uso delle patrie leggi, la giurisdizione dei propri giudici, l'immunità de'pedaggi soliti anco a pagarsi dagl'isolani. Diè loro facoltà di chiudere a Francesi e a' Provenzali i mari e i traffici di Toscana, di Napoli, di Sicilia e dell'Adriatico; finalmente obbligossi a non fare mai pace con Guglielmo di Sicilia, col suo successore, o qualunque altro senza il libero assenso de* consoli genovesi presenti e futuri. L'avvocato di Aquisgrana giurò sull'anima dell'imperadore che avrebbe osservati que'patti; quaranta consiglieri, recata la scrittura in Genova, giurarono in nome della repubblica: un numero grande di principi e baroni assisterono in Pavia alla stipulazione, e n'entrarono mallevadori} formalità diverse secondo i tempi, e troppe volte inutili (*).
(I) La data è questa: Dal. Papiae apud s. Salvatorem in palatio Imperatorit post dutruciionem Mediolani et dediti*-
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