La storia della antica Liguria di Girolamo Serra

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      CAPO SESTO 377
      vallo la saviezza dèlia consorte e là fedeltà dei sudditi guardarono i suoi stati.
      Imprudente nella prospera fortuna egli stesso fu costantissimo nell'avversa, rispondendo ogni volta che gli proponevano o il saldo immediato de'suoi debiti o una sicurtà esorbitante, di anti-porre una prigionia perpetua alla rovina del suo paese. Dall' altra parte i Pisani armarono una squadra sperando, che il procedere de'Genovesi avrebbe svoltato i loro stessi aderenti; ma non conoscevano bene la costanza de' Sardi. Oltre che la repubblica mandò a difesa de'giudicati di Arborea e di Cagliari nel 1166 il consolo Oberto Recalcati, e l'anno seguente il consolo Corso figliuolo di Sigismondo. 11 primo richiese un sussidio di settecento lire dalla reggenza di Arborea, e diecimila pagabili in quattro anni dal giudice di Cagliari, il secondo non molestò che i nemici.
      Alla fine i duri creditori fecero senno, e nell'arbitrio del senato riposero i loro interessi. 11 principe non domandava altro. Conosceva ciascuno, l'occasione di conquistare il restante dell'isola essere perduta. Si diè dunque bando a tutte le speranze d'ingrandimento, e a due sommi capi si ridusse l'arbitrio, provvedere con equità agl'impegni passati, e le amare memorie addolcire con altretante prove di benevolenza (l>. Sopra queste basi la repubblica ascrisse al re Ba-rissone nel breve de'consoli, gli donò una piazza in Genova, si addossò i suoi debiti, e qualora il
      (I) Archiv. secret., IV.
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La storia della antica Liguria e Genova
Tomo Primo
di Girolamo Serra
Tipografia Elvetica
1835 pagine 479

   

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