La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SESTO 379
rato e promesso, diede l'investitura della Sardegna al duca Guelfo suo zio; indi a poco per grandissimo prezzo a'Pisani. Notificata agli am-basciadori di Genova quest'ultima disposizione, Oberto Spinola ch'era il più vecchio, gli rimostrò con la franchezza a que'dì conceduta, aver egli promesso alla repubblica di non le arrecare alcun danno, non fare accordi in Italia senza il consenso de'suoi consoli, e maggiormente di non lederne mai le alleanze, le ragioni e i possessi. Indi soggiunse: « Gran parte della Sardegna fu sempre de'nostri alleati, parte ancora fu nostra. Che più? un anno è appena che di quella corona si cinse, d'ordine vostro e al vostro cospetto in Pavia, il re Barissone. E potremo noi credere, che contro alla data fede, contro alla naturale iustizia eziandio, la curia imperiale abbia venuto ciò che altrui s'appartiene a titolo di eredità, di accordi e di conquista? Sia detto con riverenza, o Cesare; ma ingiuste sentenze e indebiti ag-gravii non siamo tenuti a tollerare, nè tollerarli vogliamo. E guai a*Pisani, guai a que'popoli che oseranno intromettersi ne'fatti nostri! »
A questa acerba invettiva Federigo non mutò volto, non disse parola; onde gli ambasciadori si ritirarono senza profìtto. Ma i loro competitori muniti del solenne contratto acquistarono nuove aderenze in Sardegna, nuovi dominii; e venne lor fatto in non so quale città di manomettere ^ l'archivio de' Genovesi.
Un caso più atroce era dianzi avvenuto in Costantinopoli. Irritati i Pisani che colà negoziavano, a cagione de' dazi sminuiti, e di un sito co-
hy
| |
Sardegna Guelfo Pisani Genova Oberto Spinola Italia Sardegna Pavia Barissone Cesare Pisani Federigo Sardegna Genovesi Costantinopoli Pisani Sia
|