La storia della antica Liguria di Girolamo Serra

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      CAPO SESTO 383
      promesse? I suoi primi passi in Italia insospettirono e di gloria colmarono i Genovesi, che poi sedotti da fallaci lusinghe, pace e amicizia con-trassero col nemico mortale delle repubbliche. Intanto la magnanima e gloriosissima citta di Milano fra il ferro, gl'incendii e le morti alzò l'impavida fronte;e comunicato ad altre città un medesimo entusiasmo, oppose alla potenza l'ardire, alla fortuna la costanza. Mancare l'ultima mano alle grand'opera di escludere Barbarossa per sempre dall'Italia. 11 cielo, e una felice perfidia concedere loro di poter tanto; questo ric-chiedere e implorare le illustri città confederate, per tutto ciò che gli uomini hanno di più caro e più sacro. Vile e dissennato saria chi lo negasse.
      Ma la parte contraria opponeva, come chi regge uno stato non dee regolarsi per impeto di vendetta o d'amore. Se l'imperadore si era dimostro parziale a'Pisani, averlo questi meritato per più affezione; nè doversi accrescere o giustificare quella parzialità con modi contrari. La vera gloria consistere nel mantenersi fedele a un principe urtato dalla fortuna; il che facendo, si obbligava in modo da non potersene scioglier mai. La lega che oggidì trionfava, al ritorno di lui capiterebbe male, come i passati successi e la natura di tali accozzamenti il presagivano. Cesare allora darebbe a'veri amici e agi' infedeli il giusto guiderdone* Allora un falso entusiasmo, eh'è sempre scompagnato dalla prudenza, trarrebbe la repubblica al medesimo eccidio, cui Milano soggiacque due volte, e che di nuovo gli soprastava. Senzachè le medesime ragioni valevano per gli Alessandri*
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La storia della antica Liguria e Genova
Tomo Primo
di Girolamo Serra
Tipografia Elvetica
1835 pagine 479

   

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