La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
384 LIBRO TERZOni si giustamente odiosi a Cesare; esser veramente questo il tempo di scialacquare verso gli estranei quel danaro, che la repubblica a mala pena trovava per le spese ordinarie, e per l'ambizioso lavoro delle nuove mura. Finalmente essere somma pazzia, mentre la guerra co'Pisani pendeva incerta, addossarsene un'altra contro tutta la Germania, di esito pressoché certo e calamitoso.
11 maggior numero de'senatori aderì a chi proponeva di conciliare tutti i riguardi. Pareva questa, dicevano, l'occasione di mostrare all'impe-dore, che ricordevoli della passata alleanza ricusavano le offerte della Lega; alle città collegate, che per amor loro ajutavano Alessandria; onde l'uno temesse, non cangiando tenore d'inimicarseli affatto, le altre non diffidassero di ricevere col tempo maggiori ajuti; e conoscesse tutto il mondo, che la pace con Federigo non li rendeva dipendenti, nè la libertà ingiusti. Furono pertanto deliberati duemila soldi d'oro agli Alessandrini, e con gli ainbasciadori di Milano andarono due Genovesi, i consoli Guidotto Negroni e Lamberto Grillo, per addolcir la ripulsa che si diè loro.
Federigo rimase presso a sei anni in Germania; e intanto fu guerra tra i Genovesi e i Lucchesi da un lato, i Pisani e i Fiorentini dall'altro. Il Castel di Mutrone, alla ripa del mare fra Pietrasanta e Viareggio, era il pomo della discordia; piccolo sì, ma importante per la vicinanza delle cave di marmo a Carrara e a Seravezza, per gli olii eccellenti di quella lunga costiera, e per molte ferriere non lontane dal lido. I Lucchesi, nel cuihy
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