La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
388 LIBRO TERZOin centomila, e quasi più per due scelte coorti l'una chiamata della morte a cagione del giuramento che i suoi settecento veterani pigliavano di morir prima che arrendersi, e l'altra di trecento arditissimi giovani deputati alla guardia del Carroccio, strumento e segnai di battaglia inventato da'Milanesi. Tiravano questa specie di carro due o tre paia di manzi bianchi; un drappo porporino il copriva, e dal suo centro sorgeva un grand'albero di nave, all'antenna del quale sventolavano le patrie bandiere, e alla sua cima soprastava un'alta croce o un crocifisso. Finché si conservava il carroccio, si aveva speranza di vincere. A quello dunque avventaronsi le forze nimiche, e già il colpivano, quando un de'trecento trafisse il banderaio portatore dell' aquila imperiale. Nel medesimo tempo un cavalier della morte penetrò dove Barbarossa arditamente esponendosi comandava le cariche, e fecelo cader da cavallo colla poderosa sua lancia, tanto che il credettero morto. Mancanti i Tedeschi di bandiera e di capo si sbaragliano, e le milizie di Pavia e di Como abbandonate non oppongono più rcsi-sistenza. Degli uccisi, de'sommersi e de prigioni è indicibile il numero, scrissero i Milanesi a'lor compagni assenti con l'esagerazione consueta ai vincitori. Certo la rotta fu tale che d'allora innanzi l'altero animo di Federigo non parve più desso. Preso quindi ardimento, i principi e i grandi della sua corte gli dichiararono instantemente, forse ancor con minacce, il desiderio grande che avevano del natio paese e del riposo. Quando bene egli avesse voluto star forte, non avrebbe
hy
| |
Carroccio Milanesi Barbarossa Tedeschi Pavia Como Milanesi Federigo
|