La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SESTO 389
potuto. Mandò pertanto tre vescovi suoi confidenti a papa Alessandro in Anagni, abboccossi con lui in Venezia, e promise rinunzia allo scisma, pace perpetua alla Chiesa, tregua di sei anni alla Lega Lombarda, di quindici a Guglielmo II re di Sicilia (*). Più che per sè stessa è celebre questa pace per l'atto insperato di Federigo, il quale dopo averla soscritta, si buttò a piè del pontefice, e glieli baciò umilmente. Narrano molti (2), come Alessandro non che il rialzasse, cal-cògli la fronte umiliata, recitando il versetto di un salmo famoso: Sali'aspide e sul basilisco pas-seggierai, e calcherai il leone e il drago. L'imperadore inginocchiato com'era alzò gli occhi, e disse: Non ubi, sed Petro. E a me e a Piero, replicò l'italiano Alessandro, ribattendo sugli omeri dell'Hohenstauffen
Ciò che a Venezia si era abbozzato soltanto, venne compiuto a Costanza città elvetica, ove riaperte le negoziazioni, (i 183) Federigo consentì finalmente a riconoscere l'indipendenza de' popoli, che un dì componevano il regno d'Italia, salvo alquante riserve apparentemente leggieri, e il giuramento di fedeltà. In altra maniera non si faceva mai pace. E pure chi'l crederebbe, se non si vedesse sovente chi scema in ardire, crescere in doppiezza? Quantunque Milano fosse noti) Guglielmo II era succeduto a Guglielmo I suo padre nell'anno 1166,
(2) Jac. de Varag. P. XII, I. Gio. Villani, lib. V, c. 3. M. A. Sabellic. Rerum Venet., lib. VII. Bernard. Corio del-l'hist. Milan. P. I. 60.
(3) Vedi la nota gg.
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