La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
422 LIBRO TERZOche potè entrar salvo nel porto di Civitavecchia; e poco di poi Orlando diè fondo nel medesimo porto. L'imperadore mandò loro dicendo, che il suo esercito era quasi distrutto dalla passata mortalità, egli stesso infermo; ma che appena guarito verrebbe a Genova; concertandosi meglio l'impresa, risulterebbe l'indugio in prò comune. Facessero dunque partenza,e prevenendolo, annunziassero la sua venuta.
Vano era l'opporsi; onde l'armata s'indirizzò verso Genova, e indi a due mesi arrivò l'impe-radore. Pare che ricevuto non fosse, come sogliono essere i principi grandi, con festa e trionfo; ma egli accortemente dissimulò. Chiese anzi un'adunanza generale del popolo, l'onorò della sua presenza, fece ripetere a un suo confidente, pratico della favella genovese, le consuete ragioni, ratificò di proprio pugno le promesse de'suoi ambasciadori, creò quattro notari imperiali per rogarne l'atto, e ottenuta non senza difficoltà la confermazione della lega, si mise in via per la Germania, ove il re d'Inghilterra, come addietro dicemmo, incappò nelle sue mani.
Era intanto tornato lo stuolo vittorioso di Sorla. Le novità occorse nella lor lontananza scan-dalezzarono tanto que'prodi, che per acquetarli si fecero i consoli. 11 primo e il secondo anno passarono quieti; e in tutti e due Guglielmo Bu-rone, di casa già consolare, fu elevato a tant'o-nore; ma le discordie ripullularono il terzo; e quasi ogni nuova discordia volesse una vittima illustre, Ingone di Fresia vi rimase ucciso. Oltre la sua innocenza e la nobiltà della casa, rincreb-
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