La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO OTTAVO 423
be agli uomini buoni la circostanza, ch'egli si era molto adoperato per l'ordine antico, credendolo il migliore. Così l'uom corre spontaneo incontro al suo fato, e non lo sa.
Allora si tornò a proporre il governo de'podestà forestieri. Gli amatori più caldi della repubblica acconsentirono alla proposta, come a medicina crudele che ostinato malore rende indispensabile; e (cosa non udita mai per l'addietro) i consoli stessi affrettarono la decisione con offerire spotaneamente la loro rinunzia. Ci duole di trovar negli annali, che a questo gl'indussero non la speranza del comun bene, nè le rimostranze ae'cittadini assennati, ma l'autorità e la facondia di uno straniero. Costui si chiamava Mar-quardo di Anweiler, gran siniscalco e luogotenente di Arrigo in Italia. Nulla sfuggiva alla sua diligenza. Egli fu il primo a divolgare la morte impensata di Tancredi in Sicilia, e lo scettro vacillante del suo successore. Questo era il tempo di riparare alle passate tardanze. Già l'imperadore veniva a gran giornate in Italia con valido esercito, ma rivedere voleva i suoi Genovesi innanzi che rinnovare la guerra co' Siciliani.
Alle parole del suo siniscalco corrispose Arrigo co' fatti. Il popolo l'onorò questa • volta assai più che la prima, ed egli ancora si mostrò più grazioso ed affabile che non era mai stato. Dava con piacere udienze, descriveva senz'alterigia le proprie forze, lodava quelle de'suoi alleati, e ingegna vasi di persuadere a ciascuno, come i reami di Napoli e di Sicilia sarebbero men suoi che de'Genovesi} i quali, mentr'egli sosterrebbe a granby
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