La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO OTTAVO 425
Col'esempio della metropoli^ Salerno nocche si difese intrepidamente; ma preso a forza, messo a sacco, smantellato, non risorse più al passato splendore. Si può sperare di tale desolazione, che pose silenzio a una celebre scuola di medicina, non essere stati colpevoli i Genovesi perocché la storia di quell'assedio non gli annovera fra gli assediatori. Navigarono bensì a Messina; una squadra pisana adescata da simili promesse giunse là presso, e attraversato co'legni loro il Faro, l'esercito imperiale sotto la guida del gran siniscalco ricevette in fede quella bella città. Ma quivi l'infaustissima gelosia de'popoli marittimi riarse con tutti i suoi rei effetti, minacce, ferite, danni grandi e millanterie anche maggiori. Il duca Mar-quardo s'interpose più volte non senza sospetto di parzialità verso i Pisani. Parve intollerabile cosa a' Genovesi che un uomo già tanto ufizioso con loro e tanto da essi pregiato gli sfavorisse; laonde presa licenza di allontanarsi, si spinsero fino a Gattania sul lato orientale della Sicilia, che uno stuolo di Saracini, rimasti ancora nell'isola, assediava, perchè data si era a'Tedeschi. Al primo vederli l'assedio fu sciolto. Per lo contrario Siracusa, fedele al giovine re, si rendè solamente dopo lunga difesa. Volevano i capitani dell'armata rizzarsi lo stendardo genovese in forza della cessione due volte almen confermata. Ma il podestà Oberto di Olevano s'oppose dicendo, l'espres-io consenso dell'imperadore, se non necessario, essere opportuno; e tolse sopra di sè l'impetrarla. Arrigo si trovava allora in Messina; il quale non sì tosto ebbe inteso l'Olevano rammentargliby
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