La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO OTTAVO 427
do imperiale, così facendo di necessità virtù, se ne mostravano appagati. E le galee medesime che avevano quistionato co'Genovesi in Messina, seguitavano le stesse molestie in alto mare, trattandoli da ingiusti detentori; quindi occupata la città di Bonifazio sopra lo stretto che divide la Corsica dalla Sardegna, fabbricarono ivi un castello, il ricovero de'corsari e il terrore de'naviganti. Un'altra squadra con molta gente a piè e a cavallo assalì i giudici di Arborea e di Cagliari, tolse loro gli stati aviti, e donolli a Guglielmo marchese di Massa, il quale perseguitò gli amici de'Genovesi fiuo a deporre e carcerare l'arcivescovo Arbonnense Giusto,loro compatriota; onde il papa lo scomunicò (I). I Genovesi non altro opponevano che pacifiche rimostranze. Acconsentirono in fine i due popoli ad un abboccamento. Convennero i lor commessari nel castello di Lerice presso a' confini del lido ligure e toscano. Invita quel luogo a riposati pensieri; ma gli uni esagerando i danni ricevuti, gli altri negandone parte, e parte incolpandone altrui, nulla mai si conchiuse.
A tanto avvilimento il governo de' podestà ha dunque condotto i Genovesi, i quali non lasciarono per l'addietro nè indefesa una terra, nè invendicata un'ingiuria! Così esclamavano fra sè che amici sommi erano e della patria amatori, tre giovani di famiglie consolari, Ingone, Longhi, Enrico Camardino e Ottone Polpo; i quali dopo varii ragionamenti deliberarono sostenere privati
(I) Vico, P. IV, 52.
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