La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO OT * AVO 433
corte. Ora avvenne (!) (1197) che un certo gentiluomo del casato de'Caffari ricevè un'offesa dall'ammiraglio imperiale nella corte medesima; ne chiese soddisfazione, ma non l'ottenne. Uscito pertanto da Costantinopoli con quattro galee e molti amici, si diede a scorrere i mari vicini. Di poi s'impadronì del porto di Àdramito a fine di allogarvi il bottino e ripararvisi nelle tempeste. Allora Alessio gli mandò contro con trenta navi un Calabrese per nome Giovanni Stirione, il quale da piccolo corsale era salito a' primi onori della marineria imperiale. Ma Caffaro non si perdette d'animo. Fatto vela a Sesto, ove sapeva la squadra nimica essersi ancorata, la sorprese nell'ora che i marinari greci usavano scendere in terra per le provvisioni. I pochi di guardia si dettero alla fuga; e Stirione non fece alcun uffizio di buon capitano. Tanto che il CafFaro altre delle navi affondò, altre ritenne per sè con grandissima preda. (1198) Da quel tempo innanzi ardì ancora passare lo stretto, e richiedere ovunque roba e danari. Se non che dopo essersi fatto ricchissimo, entrò in speranza che il principe offeso gli perdonerebbe. Compatrioti ingannati gli promisero in nome di quello la dimenticanza dell'occorso, e indi a non molto qualche dignità eminente. Or mentre si discutevano le condizioni, il temerario rallentò la solita vigilanza: e Stirione, provvedutosi d'altri legni, gii rendè la pariglia, investendo all'impensata i suoi. Era Caffaro a terra, quando intése rotto il trattato e la squadra in pericolo.
(I) Nicet., p. 256.
Simia, T. I. 28
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