La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
ANNOTAZIONI
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IV.
Diffusamente trattarono del catino di Cesarea il P. Gaetano di Santa Teresa nel 1717, e il cav. Bossi a'dì nostri. Nel primo è sol da notare la narrazione del fatto con altre patrie memorie; nel secondo si hanno molte osservazioni erudite, il cui sunto è questo.
I. Usavano gli antichi di contraffare le gemme e Io smeraldo specialmente. Il colosso del labirinto mentovato da Apione, la statua di Minerva a'tempi di Teodosio , i cippi e le colonne smaragdine di Plinio furono credute di smeraldo, ma eran di vetro. Non altrimenti andò la bisogna rispetto al catiuo di Cesarea.
II. Quantunque egli non sia di materia preziosa , egli è nondimeno ragguardevole assai per la bellezza del colore, l'eguaglianza della fusione e sopratutto per la sveltezza , eleganza e proporzione delle forme.
III. Non può dunque essere egizio, perchè è troppo bello; non greco, perchè i Greci poco o nulla operarono in vetro; ma debb'essere opra romana nel secolo migliore per le lettere e l'arti, nel secolo d'Augusto.
Secondo queste osservazioni, non ci sembra inverisimile che Erode il vecchio comprasse quel vaso nel suo viaggio di Roma, o in dono il ricevesse da Livia imperatrice, fra molti altri regali dalla storia indicati; e che il collocasse, qual opera egregia, nel tempio dedicato ad Augusto in Cesarea; che i ministri del tempio se ne valessero per dissetarsi o lavarsi le dita dopo 1 sacrifizi, e che trattone forse da Erodiade per suo tristo diletto, Agrippa lo restituisse a suo luogo dopo l'esilio di Antipa e di lei.
Dall'anno noi al 1812 il prezioso catiuo fu tenuto nel duomo di Genova, salvo dall'esterne violenze, e rispettato da tutti. Ma in quell'anno appunto, ardendo la guerra di Russia, venne trasportato nel museo di Parigi con ingiustissima violenza, coi quadri migliori delle chiese di Genova, trattine quelli di sant'Ambrogio che un uomo coraggioso e dotto salvò. Compreso il catino nella memorabile restituzione del 1815, quando ne fu aperta la cassa, si trovò rotto in molti pezzi e mancante di uno. Or ricongiunto alla meglio, e in bel vasoio riposto dall'inge-
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