La storia della antica Liguria di Girolamo Serra

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      ANNOTAZIONI 467
      Carlo Magno , i cui ordinamenti furono per centredici anni che durò la sua progenie, e poi da Berengario e da altri di italiano sangue che succedettero nel regno italico, mantenuti , poich'ebbe affidate le provincie in confine del regno sotto il nome di marche a'marchesi, costituiti per l 'interno de'giudici col nome di conti, e concedute a*suoi fedeli in feudo le castella, dette corti o pievi, lasciò libere le città e terre più grosse, dando loro facoltà di eleggersi i propri maestrali d'anno in anno , di Jarsi propri statuti., dimporre carichi e damministrare le entrate pubbliche, con la riserva del supremo dominio al re, per ricognizione del quale dovevano i magistrati da eleggersi giurare fedeltà in mano del vescovo o del messo dominico o regio ; e con V obbligo a' comuni di sottoporsi al giudizio de' conti o giudici del re, e di prestargli i vari sussidii del fodero, della paratica e della mansionatica. Parte della Liguria marittima fu certamente sottoposta da Carlo Magno al diretto imperio del conte o marchese della Marca Astigiana, la quale comprendeva il paese sottoposto ad Albenga : e ciò si ritrae da una canzone in morte del conte Jrico, che Paolo Diacono riporta e in cui s'eccitano i paesi soggetti a piangerne la morte: Hastensis humus ploret et Albengauus. A Genova probabilmente fu lasciato il proprio reggimento, come a grossa e trafficante città ; ma questo non la rendeva più independente che le città lombarde. - Non una benigna concessione fatta ad amici è l editto con cui il primogenito de' nipoti di Carlo, Lottano imperatore chiamò i Genovesi alla scuola di Dungallo in Pavia, ma sì un regolamento con cui cercò di dar sesto agli studii in queste parti. E il privilegio conceduto a' Genovesi V anno 958 con cui Berengario e Adelberto confermarono ai Genovesi le terre che possedevano, e loro le consuetudini ed usanze, a petizione decoratore Ebone in Pavia, e l'omaggio che nel 10*22 Jecero i Genovesi ad Arrigo 11 del-remir Saracino Musà o Musatti) fatto prigione, dimostrano abbastanza come Genova si ritenesse soggetta nè più nè meno alC Imperio, chele città o comuni della Lombardia. Sarebbe invero stato a' que tempi impossibile che una città dell'alta Italia non si reputasse membro e parte Sima, T. J. 29
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La storia della antica Liguria e Genova
Tomo Primo
di Girolamo Serra
Tipografia Elvetica
1835 pagine 479

   

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