La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
ANNOTAZIONI 461
mare avevano soltanto venti o ventidue denti in bocca, quando prima ne avevano trenta o trentadue.
(x) Se vogliamo credere ad altri scrittori, ed in ispe• eie al precitato Giustiniani, non si accontentarono i Geno-vesi, per la loro parte della predadi Cesarea, del prezioso catino di smeraldo, ma ebbero tanto, che oltre alla decima ed alquinto pertenente alle galee, ed all'onoranza peculiare de' consoli, nocchieri e capi cFuomini, la quale fu assai grande, quarantotto soldi di moneta di Pittavia, e due libbre di pepe toccarono a ciascun uomo. Dal quale dato venghiamo a riconoscere il come nelle spedizioni delle compagne, e nelle guerre eziandio intraprese da tutto il comune, si facesse la partizione del bottino una parte del quale veniva prelevata per le galee, ossia per gli armatori di esse, un'altra attribuita in precipuo a chi fungeva ufficio di comando o capitanato, e il resto veniva diviso per testa fra tutti coloro che avevano partecipato all' impresa; previa la detrazione della decima, rivolta probabilmente a pubblico o sacro uso.
(y) Non era cosa di sì lieve importanza per Genova a que' tempi la concessione del diritto metropolitico della Corsica a' vescovi di Pisa. Sa ognuno come le divisioni o diocesi ecclesiastiche abbiano per lungo tempo servata la ragione delle divisioni civili e territoriali ; poiché il nome stesso di diocesi, e di metropoli riferiva da principio alle divisioni o spartimenti civili. Per una conseguenza assai naturale quel ch'era effetto diventava poi, se non cagione, almeno segno della cagione primitiva; e in tempi in cui il menomo appiglio s'invocava per fondare o con« fermare diritti, non era frivolafaccenda pei Genovesi il vedere attribuito a'Pisani un diritto metropolitico, da cui si si poteva indurre un diritto territoriale, sopra la Corsica»
(z) La nobiltà ossiwero la distinzione tra nobili e non nobili introdussesi in Genova nel modo stesso in cui si introdusse nelle altre città italiane. Dapprincipio tuttili cittadini si riputavano eguali; ne le dignità ottenute, nè la ricchezza o potenza che giovavano ad ottenerle, introducevano distinzione precisa, ereditariay vale a dire no-
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