La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
ANNOTAZIONI 465
non poteano stare appetto degli uomini (Tarme cristiani, catafratti, non meno che i destrieri, di ferro e di bronzo. Questa differenza nel genere di armatura spiega e dimostra verisimili molti racconti, in cui i pochi danni dall'una, e la grandezza della strage dall'altra parte, sembrano a prima vista una incomportabile esagerazione degli scrittori.
(dd) Durante il regno di Federico I Barbarossa, in cui gli sforzi degV Italiani per iscuotere di fatto il giogo dei Cesari tedeschi furono e maggiori e pià decisamente for-tunati, ci porge appunto la storia in. maggior copia argomenti per riconoscere quella antica e incontrastata suggezione di diritto all' Imperio, alla quelle Genova, non meno che gli altri comuni liberi italiani, si reputava te-nuta. Il discorso che il nostro storico pone qui in bocca agli oratori mandati da'Genovesi al Barbarossa per ottenere V escusazione dal chiesto tributo, non oscuramente indica questa persuasione di dovuta suggezione;. la quale ancora più evidentemente appare dai sensi, che il Giustiniani attribuisce ai consoli o al popolo che li mandarono. « I consoli della repubblica, dice il vescovo di r, Nebbio, mandarono alla corte dei nobili della città, ad », escusare quello che era domandato per parte dell'im-n peratore, et allegavano che il popolo di Genova non
* doveva essere gravato di tributo nè d'angaria alcuna, » con ciò sia che già per antico tempo gVimperatori ro-r, mani si siano contentati della sola fidelità del popolo r, firmata con giuramento, et della defensione delle parti
* marittime dall' impeto di barbari et infedeli; et face-,« vano constare come per opera di Genovesi da Roma » insino a Barzellona il mare era sicuro, di modo che », l'uomo poteva navigare et riposare et fare ifatti suoi in »? casa sua; laqual securità nonharìa potuto far VImperio » con manco spesa di dieci millia marchi d'argento al-» Canno; et oltra di ciò allegavano che Genovesi non r, possedevano della terra dell'Imperio poco o niente; et » che, sendo dediti alla mercanzia, loro donavano granfi de utilità all'entrate dell'Imperio per causa delle ga-» belle et dei dadi che pagavano per tutto il inondo ». Narra poi lo stesso Giustiniani che, oltre il sussidio inSebra, T. I. 31
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