La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SECONDÒ Mstiani. Purché a lui si lasciasse Damiata, e a Cor-radino le castella di Crac e di Monreale sul canini in periglioso che mette alla Mecca, ne paghe-rebbono tributo, rinuuzierebbono al regno di Gerusalemme, farebbono le spese per riparazione della smantellala città, darebbono una porzione della vera Croce non restituita mai da Saladino, e scioglierebbero quanti prigioni si trovassero vivi ne'regni di Babilonia, Aleppo e Damasco. A ciò consentivano il re Giovanni con gli oltramontani; ma il Legato sostenuto da'vescovi, dagli ordini dello Spedale e del Tempio, e da tutti i capitani italiani non volle, adducendo l'inutilità di un reame spoglio delle migliori fortezze, e la viltà di anteporre un dono precario al frutto onorato e maturo di tanti travagli (I). In fatti la fame e la peste spopolavano già tanto Dannata, che Meledino ne rimosse l'esercito, ed ella al primo assalto s'arrese senza sangue e senza capitolazione. I crociati vi entrarono il quinto dì di novembre. 11 legato pontifìcio volle essere il primo a darne in Europa Tannuzio. Non consolo mai,non potestà vittorioso recò tant'allegrezza in Genova, quanto la lettera del cardinale alla Repubblica. A'tocchi della gran campana, senza aspettar voce di banditore, nè ora di parlamento, tutto il popolo accorse alla piazza del duomo; e il potestà attorniato dagli otto rettori notificò, tenendo il foglio onorevole in mano, che mercè del valor genovese la più forte città dell'Egitto era cristiana!2).
(1) Vedi la nota f.
(2) Leggesi per esteso la lettera in Epifanio Ferrari, Liguria trionf., p. 53.
Serba, T. IL 3
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