La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
58 LIBRO QUARTOMentre qui si facevano grandi allegrezze, una scorreria di piccole fuste cristiane uscite dal porto di Damiata, sorprese nel lago diMenzalè il forte castello e la città di Tanis metropoli un tempo del Basso Egitto, e poi decaduta. Ma qui terminarono i felici successi. Dalle vinte città e dall'immense ricchezze che contenevano, essendo il paese per sè dovizioso e abbondante, si diffuse un contagio di dissolutezza nel comun de'crociati, di discordia ne'capi. Acremente disputossi chi avrebbe Damiata. 11 re Giovanni allegava esser quella il baluardo de'suoi stati, e per ciò solo competergli, quando bene non gli competesse per li corsi pericoli e pe'meritati allori. D'altra parte i Genovesi, in nome ancora degli altri Italiani, opponevano l'esercito smarrito innanzi alla loro venuta, rifocillato mediante i loro soccorsi, guidato alla vittoria dal senno e dall' ardire de'lor capitani. Guai alle crociate, se il premio della guerra coglievano quelli che aveano mendicatala pace! Scrissero di questo tenore al governo di Genova, e il governo al papa. Onorio rispose (I) : u La querela che voi con parecchi altri d'Italia ci fate contro il procedere cfell' illustre re di Gerusalemme, niuno può farla più giustamente di Noi. Perciocché se alcuno doveva essere onorato della signoria di Damiata, la giustizia e la ragione militavano a favore della Romana Chiesa con perpetue cure e con gravissime spese intenta al grande acquisto. Ma l'altrui cupidigia fu tale, che nè al no-
(I) Raynald., Annal. Eccles., T. I. Dat. apud Urbem re-terem IP* hai. aug. A. V.
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