La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
58 LIBRO QUARTOche sieno,o richiamati piuttosto a se stessi quei popoli, cui la natura per farli liberi e uniti circonvallò di montagne e ai mare.
11 consiglio approvò i concetti del podestà; il quale portando dall'una mano offerte ragionevoli e dall'altra forze gagliarde, non durò guari tempo a ricondurre 1 unione in ponente mediante alcune restrizioni sensate all'obbligo antico; e Genova in contracambio ottenne di eleggere o confermare nella maggior parte degli altri comuni il podestà, cui prima eleggevanosenz'altro i loro consigli. Dal rappaciato ponente Lazzero di Gian-done si voltò coli'esercito a tramontana, il che presentendo gli Alessandrini, domandarono una tregua e un amichevole esame delle loro pretensioni. L'equa dimanda accettata, si elessero arbitri i Milanesi. Ma estinto, o, se non altro, sopito l'incendio al di fuori, un'occulta scintilla fu per avvampare le viscere stesse della Repubblica.
Erano i parlamenti venuti un pezzo fa in disuso; del senato altresì e del consiglio maggiore non si teneva altro conto che per l'elezioni dei magistrati. In guisa che tutto il politico stava nel potestà e in un piccolo consiglio di .otto rettori, nobili di stirpe e deputati per elezione alla cura delle galee, delle fortezze, delle munizioni da guerra, e della pubblica camera. Negli ardui e pericolosi negozii poteva il potestà invitare alle deliberazioni del piccolo consiglio alquanti notabili della città, traendogli in pari numero dalle otto compagnie. Tre emendatori de'brevi invigilavano all'osservanza delle leggi; i medesimi proponevano le riforme occorrenti alla legislazione;
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