La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SECONDO 31
onde l'altro lor titolo di riformatori de'capitoli. Un secondo magistrato, eguale in numero e in reputazione, sindicava in fine del termine posto a ciascuno, il podestà, i vicari, i giudici così nazionali come forestieri; accommiatavali con onorevoli patenti, se buoni; e se rei, costrettili all'ammenda de'danni, li rimandava senz'aldina testimonianza d'onore. Così fatto governo durava già da sei lustri; e veramente sembrava quanto nelT imprese di fuori men vivo del consolare, tanto più opportuno all'interna tranquillità. Perchè non solamente la plebe infastidita de'passati travagli, tollerava senza querele la disusanza dei parlamenti; ma parecchi ancora dell'antiche famiglie consolari, i quali avevano disapprovata l'abolizione de'consoli, quasi sdegnando le minori dignità, se ne stavano di buon grado privati, massimamente in veggendo coloro che ambivano i magistrati, esercitarli con moderazione.
Questa diversità di procedere essendo spontanea, e per così dir generosa, non cagionò da principio disuguaglianza, non produsse dispregii nè invidie; ma coli'andar del tempo la conde-scendenza divenne necessità, la dimestichezza favore; nè v'ebbe ingegno sì tardo,il quale non si accorgesse che a dispetto dell'antica eguaglianza gli uni potevano ogni cosa, e gli altri nulla. Era fra questi a nessuno secondo per ricchezze e parentele Guglielmo de'Mari, il quale non volendo adattarsi all'esclusione dal paate suo tollerata, nè da quella sottrarsi con passi lenti e legali, deliberò di vincerla in un modo straordinario, all'indole sua più conforme. Posto che dunque laed
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Guglielmo Mari
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