La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO TERZO 59
da e impaziente di regno, si era a lui ribellato con molti baroni. Quel viaggio pertanto fu ra-idissimo. (ia35) 11 giovinetto non essendo ai elitti incallito, come seppe il padre vicino, tra la sorpresa e l'orrore si diè per vinto; e senza pietà condannato a un carcere mal sano, terminò indi a poco la vita. Gli altri sollevati al contrario non posarono l'arme, finché non ebbero sicurtà del perdono.
(ia36) Sparsa la voce di questi successi, i Genovesi, i Lombardi e i Veneziani rimostrarono al papa l'imminente pericolo dell'Italia.-Erasi fatto della sua libertà, se posponendo i di lui: sentimenti generosi al consiglio de'timidi, egli seguitava a stare unito con Cesare, al quale vittorioso in Germania e più temuto che mai in Italia, bisognava opporre una mediazione autorevole o una lega potente.
Non era Gregorio contento della sua condizione, anzi anelava a migliorarla; ma pur dubitava di esporsi come dianzi al rimprovero, che senza necessità cercasse brighe con l'imperatore, e per sola ambizione mettesse la cristianità a soqquadro. Attenendosi dunque ad una via di mezzo, deputò a Federigo un nunzio sagace, testimone e interprete della pubblica opinione in Italia. Dissiperebbe ogni sospetto, e con generali allegrezze sarebbe vi accolto, se confermati i privilegi de' Lombardi, desse ancor questa prova di moderazione e dolcezza. A cui l'imperatore rispose, che noi farebbe mai; che non dolcezza, ma inflessibile rigore meritavano gli antichi fautori di Ottone il Sassone, i nemici comuni della romana Chiesa, e della casa imperiale di Suevia.
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