La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
18 ' LIBRO QUARTO
(1287) Svanì pertanto ogni speranza di pace. Federigo calò in Lombardia con l'esercito ai oltremonti, che accrebbero molti Italiani; ma egli si fidava poco di loro, e all'opposto faceva gran conto di settemila Saracini, pericolosa milizia* che aveva raccolta nel cuor della Puglia con l'avanzo di quelli che avevano oppressa già la Sicilia. Era Milano il perpetuo bersaglio degl'Imperiali; ma i Milanesi rafforzati dalla gioventù di Vercelli, di Alessandria e di Novara si mossero incontro. Quelli passavano il Mincio, e questi l'iAdda; nè più rimaneva che il fiume Oglio di mezzo fra centomila uomini armati per l'imperio, e settantamila per la libertà. Gioiva insieme e fremea Federigo, veggendo il luogo sì desiderato e il tempo di soffocare tante anime ostinate a viver libere, vittoriose dell'avolo e nemiche sue acerbissime sin da fanciullo. Pur si contenne inoperoso più giorni; e poscia fingendo timore, fece voltare la fronte a'primi squadroni. Donde i collegati ingannati, con men vigilanza guardaron la sponda, e dettero facilmente congedi, difficili per sè a negarsi in milizia gratuita e in paese amico. Lunghe eran le notti, e buia oltre l'usato fu quella de' 26 di novembre, quando gl'Impe-• riali varcarono sopra più ponti il fiume senza incontrare opposizione. Sorpresi ma non sbigottiti, i collegati fecero testa. Cominciò col dì nascente la zuffa, e proseguì fin presso al tramonto, prima che il numero vantaggiasse l'ardire. Allora una falsa voce che negli eserciti collettizi può tanto, mise questo in rotla, e beato chi cadde sopra il campo dell' onorel Perciocché non trova-
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