La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO QUINTO' 99
conce, i ponli rifatti. Sei galee genovesi radevano il lido, tutte intente alla sicurezza e a' comodi dell' apostolico viaggiatore. Pervenuto a un miglio da Genova sopra la riva sinistra della Polce-vera, ei benedisse pontificalmente il gran popolo affollato e genuflesso a' suoi piedi. Andò quindi a cavallo sino alle porte, ove volendo smontare, il podestà gli tenne la staffa d'oro. Gli otto rettori sorreggevano sopra il suo capo un ricco baldacchino, e gli altri consiglieri il precedevano, vincendo la folla con la dignità. Venivano i cardinali dopo il pontefice con tutto il corteggio dei nobili fregiati di lucidissime armadure e d' altri ornamenti militari. I capitani del popolo cavalcavano in giro co' pennonieri degli otto quartieri, per mantenere 1' ordine, e reprimere coloro che sotto mantello di zelo avrebbero turbato ogni cosa. In questa guisa fu Innocenzo condotto al palazzo arcivescovile ov' oggi è san Silvestro per vie tappezzate con velluti di porpora. All' udir queste cose, le città libere d'Italia gareggiarono in deputargli ambascerie, sì quelle che gli erano state fedeli per rallegrarsi, sì le contrarie per rimettersi in grazia. Sotto la sua mediazione i Pisani trattarono una tregua con Genova; i Veneziani rinnovarono la lega del 1238.1 suoi nepoti ottennero per Ansaldo Mari, e per gli altri seguaci della parte imperiale, non solamente il perdono, ma ciò che sembrava più difficile, una metà dei pubblici uffizii. E quelle terre della Liguria che avevano mutato stendardo, sollevale dal peso dei fuorusciti, tornarono nello stato naturale di fedeltà e d'amore alla Repubblica. Lieto Innocenzo
| |
Genova Polce-vera Innocenzo Silvestro Italia Pisani Genova Veneziani Ansaldo Mari Liguria Repubblica Innocenzo
|