La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
144 LIBRO QUARTOconsiglio; e prevalse ravviso più timido di accostarsi a terra dietro alle quattro isolelte che fronteggiano Trapani; e l'una con l'altra incatenar le galee colle prore in fuori, a guisa di un lungo baluardo galleggiante. Così venner disposte ventisette galee, e una grossa nave era in testa. I Veneziani, lasciata a Messina la preda, non dubitarono di rifare cammino per Trapani. Appena arrivati a giusta distanza, riconoscere e investire l'ordinanza nemica fu una cosa. Tre galee s'incendiarono, ventiquattro si dettero senza alcuna difesa. Lanfranco non fece alcun uffìzio di capitano, ma come vide la fortuna contraria, abile nuotatore balzò in mare, e venne a terra. Parecchi uffiziali seguitarono il suo esempio; tanto che la Repubblica il condannò a esilio perpetuo, e coloro che imitato lo avevano, a duemila lire di ammenda per ciascuno, somma grave in quel tempo, e probabile indizio ch'erano ricchi quanto codardi.
Mentre i vincitori riportavano a Venezia le prede, usciva di Genova con venticinque galee Ober-to Doria, uomo che ne'gradi inferiori della milizia fu sempre riputato degno del primo. L'inaspettata comparsa alle marine della Sicilia, disperse lo stuolo di osservazione lasciatovi da' Veneziani} le navi lor mercantili si tennero oziose ne'porti, e le genovesi che già disperavano di tornar salve a casa, proseguirono lietamente il viaggio» Netti in questa forma i mari, Oberto s'accinse a ripiantare, la patria bandiera nell'isola di Candia. Atterratosi dunque da settentrione nel golfo formato da promonlorii Spada e Melecca, combinò
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