La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO OTTAVO 147.
della persona clie non poteva lungamente portar l'armadura, nè reggere a cavallo (0, s'avviò alla Provenza, celebrò a Sant'Egidio la Pentecoste, che secondo il vecchio calendario cadeva in quell'anno al primo di giugno, e arrivati che furono i Genovesi, sopra i cui legni voleva imbarcarsi, sarpò da Acquemorte con essi. La prima navigazione fu a Cagliari, punto d'unione per tutti i crociati. Accadde ciò che sempre in un luogo sopracarico di forestieri, che i viveri rincararono, e si disse che ad un crocialo arso di sete era stala negala fin l'acqua. Di tali disordini s'incolparono i Pisani numerosi e polenti in quella ciltà, e forse avversi a un'impresa cui concorrevano i loro emuli, ed essi no. I cortigiani, avidi raccoglitori delle male voci, già istigavano il re a farne vendetta) ma egli rispose di non aver presa la croce per danneggiare cristiani. Come il legato del papa e i condottieri delle nazioni più vicine furono giunti, si tenne consiglio sopra il punto migliore della discesa, o fosse, come avevano opinalo altre volte, l'Egitto, la Siria o la Palestina. Divisi essendo i pareri, taluno propose un'idea affatto nuova, ciò era discendere a Tunisi; punto di mezzo fra i luoghi santi e la cristianità, stazione eccellente per rinfrescarsi, e residenza di un re mossulmano, i cui legni corsali infestavano i mari dalla Sicilia fino alla Sorìa. Come avviene quando due opinioni sono in bilancia, che la terza, quantunque peggior delle prime, prevalga, così fu a molti gradito questo av-
(I) Nangis, p. 270. Villani, lib. VII. FIcury, lib. XXXVI.
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