La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO OTTAVO 149
senza contrasto, o che Omar non fosse ancor preparato, o più confidasse nel clima che nelle sue forze. 11 re pose il campo nella penisola clic dalla distrutta Cartagine conduce a Tunisi} e i Genovesi guidati da Francesco De Camilla presero a viva forza un castello, quello probabilmente che difendeva le grandi cisterne, magnifico avanzo degli edifizi cartaginesi. Due bande di T^isini uscirono intanto alla campagna, si congiunsero a' Mori, e senza commettersi da presso a una battaglia, usarono il singolare arti-tizio di ammontare in più luoghi la sabbia, e con le zampe de'cavalli trebbiarla nell'ora che il sole della canicola più la sferzava, e che il vento meridionale spingevala in faccia a'cristiani. E difficile a chi non l'ha visto, farsi una idea di questo flagello. Come nelle contrade talvolta afflitte da terremoti, sarebbe terribile l'arte di ri produrli a volontà, così era sull'arene affricane l'imitazione di quel turbine infocato, che ne'deserti della Libia e dell'Assiria soffoca, quando i venti lo agitanoj uomini e cammelli. A ciò s'aggiunsero dissenterie e febbri causate da un clima insalubre a forestieri ne'gran caldi, e massimamente agli uomini settentrionali. In pochi giorni l'esercito cristiano si trovò incapace a stringere l'assedio di Tunisi; il diciasettesimo dopo l'ingresso nel golfo il principe Giovanui compiendo i suoi tristi destini, morì; Filippo erede della corona cadde mortalmente infermo; il re dissimulava il proprio male, aggravato dall'altrui. Poiché fu costretto a giacere, cercava tuttavia i mezzi di convertir gl'infedeli, e dettava per norma del
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