La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO UNDECIMO 163
tadini può essere grato agli stranieri? Il giudice s'astenne da molestare i suoi, per mettere a ruba, non eccettuati i Genovesi, chiunque approdava alle sue spiaggie, o navigava d'appresso senza difesa. Poiché ammonizioni e minacce non valsero, la Repubblica mandò quattro galee con gente da sbarco, che lo vinse due volle. Fuggì quindi a Pisa. (1280) Dove giurato il vassallaggio e l'imperio promesso di tutta la Corsica, impetrò protezione. I Genovesi chiesero per messi a' Pisani di rendere loro il ribello, o di negargli almeno un asilo da lui violato verso ogni nazione. Ma quelli risposero, di non poter abbandonare un principe divenuto loro vassallo e cittadino; oltreché avevano varie cagioni di rammaricarsi dopo l'ultima tregua. (1282) E senza indugio allestirono una squadra per ricondurre nell'isola il loro protetto. A. impedirne il passaggio ventitré galee genovesi si posero fra la Corsica e la Gor-gona. Provavasi indarno l'ammiraglio pisano a scansarle, o rivolta la prora, a tirarle sotto le torri del lido toscano. Ogni stratagemma fallendogli, deliberò aspettare, che il timore dell'equinozio e il desiderio delle vendemmie richiamassero a casa i Genovesi. E così fu. Mancò allora-ogni ostacolo alla navigazione; e un vento propizio soffiò fino all'isola. Disceso il giudice a terra, ricuperò facilmente Cinarca, perchè il presidio genovese, tutto di mercenari composto, si-era sbandato, scusandosi che non aveva più paghe. Intanto sopravenne Yinverno, stagione opportuna a discorsi di pace. Ma i Pisani stettero saldi in questo dilemma, o l'alio dominio della»
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