La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO DECIMO 165
gioni e'non temevano, anzi desideravano la guerra. Bene all'opposto i capitani di Genova (I) avrebbero voluto allontanarla, o considerassero le difficoltà de'governi nuovi, sempre vacillanti e mal rispettati, o la condizione di una repubblica smunta di forze, e zeppa sopratutto di abusi, perchè le fazioni non vincono se non acconsentono all'infrazion delle leggi. Si pose dunque ogni studio a mitigare i Pisani con l'offerta d'altri compensi; ma essi quanto più ricercali, tanto più duri. La guerra divenne inevitabile. Le cure de' capitani furono allora rivolte a ripristinare quegli ordini buoni che avevano, come i loro predecessori, posti in non cale; ordini consacrati dall'esperienza, la cui trascuranza nuoce più veramente, che l'inopia de'mezzi e i pretesi capricci della fortuna. Usavano gli antichi, come dicemmo altrove, di partir tutto il popolo in più classi navali secondo il grado, l'età, le cognizioni; e non che il giuoco delle vele, i remi ancora erano trattati da uomini liberi e cittadini. Ora le compagnie de'quartieri istituite per le azioni di terra avevano a poco a poco disciolte le classi navali. Era ancora costume di far pubblico esercizio della balestra senza divario delle persone, se non che i vecchi e le donne erano spettatori, e co'voti e co'plausi allenavano i lor cari. Ma in questo tempo eglino tralasciavano ogni esercizio militare per non dare esca alle dissensioni; oltre che gli uomini delle galee erano in gran parte mercenari e forestieri. Di più l'avidità del cari-
(1) Caff., lib. IV., Villan. VII, 83.
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Genova Pisani Caff Villan
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