La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
170 LIBRO QUARTOalzò l'ancore e si sbrancò. 11 gal ione investe a terra; la gente fugge ne' boschi vicini. Le altre navi poggiano in alto mare, ed essendo i venti gagliardi, s'inoltrano tanto a ponente, che non vedono più terra. Succede una calma di piombo; e siccome una parte di esse non ha remi, e i Genovesi inseguendole sempre, smarrite non l'hanno nò dì nè notte, così esse legatesi insieme con doppia catena, presentano arditamente le punte a'nemici. E in un combattimento tanto disuguale non è caso che vogliano mai darsi, finche tutte a viva forza son prese. Mentre Tommaso le trae in trionfo a Genova, si parte da Pisa Andrea Sa-racini con quarantacinque galee, corre le piagge della Corsica e della Sardegna , ove devasta le possessioni de'Genovesi, e ove fa prede. A tali avvisi si mettono in punto cinquantaquattro legni, e a comandante si sceglie Corrado figliuolo del capitano Doria. Per timor d' incontrarlo, o
J)er qualche occulto disegno il Saracini si era alargato dall'isole, e atterratosi nel sen di Falesia vicino a secche e paduli (I). Venivano i legni di Corrado a quella volta, ignari dell' agguato; ma trovandosi sopra Falesia, mandarono per buona regola a esplorare quel seno. Grande allegrezza fu quella d'intendere così propinquo il nimico; e subito entrati in Falesia quanto il comportava un fondo fangoso e basso, lasciarono due canali ai due lati, e nel bel mezzo si fecero un ponte coi banchi e remi delle galee, con le piante e i giunchi del lido. I Pisani troppo ingolfati fra terra, si
(I) Sulla costa di Piombino., alla bocca del fiume Cornia.
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