La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO UNDECIMO 171
vedevano stringere d'ogni intorno , e non potevano impedirlo. In tempo di questi lavori, le navi di guardia occupavano un cerchio di sei miglia in alto mare, davano caccia a'legni di passaggio; conosciutili nimici o sospetti li ritenevano, e se amici o neutrali, li lasciavano ire a buon viaggio. A un tratto si scorsero quindici vele pisane ; la guardia fece il noto segnale, la division più vicina le inseguì, ne forzò dieci a rompere in terra, una ne affondò, e prese l'altre. Indi a poco destossi tal fortuna di mare, che bisognò abbandonare le prede, gì'intrapresi lavori, e correre infino a Porto Venere. Saracini sbalzò fuori della laguna , e a disdetto del grosso mare salvossi. L' armala fu accresciuta. Sottentrò al comando Rosso Buzaccherini de'Sismondi, il quale, perchè l'arroganza delle disfide era uso di guerra, scrisse a' Genovesi che appena allestito verrebbe in sul porto loro, e lanciando da suoi trabocchi una grandine di ciottoli, fasciati di scarlato,em-pierebbene il molo. I capitani gli fecero rispondere, che i trabocchi si adoperavano da lontano, ma ch'ei vedrebbe i Genovesi così da vicino, che non ne avrebbe mestieri. E subito il capitano Oberto Doria guidò settanta galee sopra Portopi-sano, atterrò la torre della Veronica; ma poi, quel che si fosse la cagione, o discordia de'capitani o rea qualità di vettovaglie, si ritirò. Buzaccherini non ardì inseguirlo; onde i Pisani posero in sua vece Natta Grimaldi esule genovese (I); e Natta diè compimento alle loro bravate con venire a
(1) G. Villani, VII, 83.
Dig,tized
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