La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
172 LIBRO QUARTOdar fondo sopra il porto di Genova, e saettare nella città qua d rei la d'argento. Leggesi nelle cronache lombarde, che alcuni popoli dentro terra , meno ricchi o men gentili, balestravano degli asini a'loro nimici. Ora i Pisani, non potendo far più tornavano addietro, tutti contenti del loro saettamento, quando un turbine di vento percosse venticinque delle loro galee alla piaggie di Viareggio e alla foce del Serchio. Poca gente morì, ma chi tornò a Pisa in camicia, e chi tutto nudo a modo di sconfìtta, talché le donne della città alzaron gran pianto, credendo aver d'appresso i nemici.
Come il suprema magistrato di Genova intese che il mare era libero, tolse il divieto della na-vigazion mercantile. Onde partì una gran carovana carica di frustagni e panni per Levante. Scor-tavala Arrigo de' Mari con diciasette galee, quantunque non credesse di trovare .nemici. Ma il sofferto naufragio aveva sì poco debilitati i Pisani, ch'era loro riuscito di mandare sul passo una armata il doppio più forte. Giovan Cavalca Gaeta-ni la comandava. Dubitò tenendola unita di smarrire i Genovesi; divisela, e gl'incontro con suo danno a Talamone. Impadronitosi Arrigo di otta galee, proseguì il suo viaggio, altre quattro ne tolse sullo stretto di Messina, e gittò il ridicolo bando che venderebbe i prigioni per tante cipolle.
Fieri contrasti seguivano intanto nell'acque della Sardegna, e tutti somiglianti nel fine. Venendo dal lido d'Ogliastra nel giudicato di Gallura cinque galee armate di Pisani con altretan-
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