La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO UNDECIMO 183
vano il grido della vittoria, soverchiano per tutto il nemico, affondano sette galee e prendonne quaranta. L'altre più pronte alla fuga si salvano, entrano in Porlopisano difese dalle macchine di terra , e serrano la bocca con grosse catene di ferro. La difficoltà di spezzarle, e quella di guardar tante prede, indussero il vincitore a incamminarsi verso Genova. E acciò paresse signore degli elementi com'era stato della battaglia, avvenne che tutto il tempo della sua dimora alla Meloria fu bonaccia, ma appena partilo, il mare infierì di maniera, che molte navi da carico andarono a traverso sul lido toscano.
Qui siamo costretti a fermarci per mettere in chiaro il numero delle due armate. Gli annali di Pisa secondo i quali dicemmo, che le galee della loro nazione poste in battaglia erano in numero di centotrè, ne assegnano centotrenta a'Genovesi; laddove gli annali di Genova ristringono i propri legni a no^antasei, compresi i panfili, e settantadue solamente ne danno a Pisani, oltre a due piatte da lanciar quadrella e verrettoni. Neil'un modo e nell'altro tanta sarebbe la disparità delle forze, che niuna gloria meriterebbero i vincitori, niun rimprovero i vinti. Ma s'è così, per quale ragione non vi e annalista di Pisa, di Genova, o d altra città, che adduca questa ragione palpabile dell'esito della battaglia, e tutti all'incontro ci veggano un manifesto gasligo dell impedimento e dello strazio fitto a'prelati che andavano al concilio? Più ancora: è egli ragionevole di credere, che i Pisani lasciassero una posta sicura sugli occhi delle loro famiglie, per correre con
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