La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO UNDECIMO
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fi e rissimo, vennero a rompere in terra non lungi da Livorno. Onde i Pisani vi trassero a piè e a cavallo, tirarono soprale navi affondate e presero con gli uomini le mercanzie valutate cinquantamila fiorini d'oro. Pareva che lo sfacimento della lega e questo principio di miglior fortuna dovessero assicurare Ugolino, ma niuna cosa è stabile, nessuno è sicuro in un governo nuovo. Gli emuli occulti del conte favoriti da'Ghibellini misero tosto in non cale i suoi meriti; gì'imputarono anzi i danni del traffico, e il caro delle vettovaglie, che i dominatori del mares ingojavano. E senza più risolvettero d'implorarne pace con tale dispregio della sua autorità, che la notte appresso alla consulta il popolo minuto, aizzato dal giudice Nino di Gallura, non rifiniva di gridare lun-g'Àrno: Muojano i traditori, e quelli che non vogliono pace co'Genovesi! Sospeltavasi che il conte non la volesse per tema che i prigionieri di guerra tornando liberi in Pisa, aumentassero il numero de'suoi nimici. Fu dunque costretto a trattarla, e alla prima concluse un armistizio, ma poi mutato proposito, incitò sotto mani due corsari suoi dependenti a commettere ostilità (1288). E forse l'incolparono a torto di questo; imperciocché nelle cittadine discordie 1 impudente menzogna ha spesso faccia di vero. Comunque fosse o l'artifizio scoperto o la calunia creduta, l'indegnazione fu universale. L'arcivescovo Ruggiero degli Ubaldini, al quale Ugolino in un impeto d'ira aveva trafitto un nipote innocente, lo accusò di ree pratiche co'Fiorentini; altri l'accagionarono di aver tenuto mano a Lucchesi (11 di
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